BlueStacks: Android su Windows

di Redazione Commenta

Quante volte siamo andati a caccia di emulatori di sistemi operativi per Smartphone sul nostro computer equipaggiato con Microsoft Windows? Sicuramente gli smanettoni, almeno una volta nella vita, hanno avuto questo pensiero. Ebbene, se siete sviluppatori o semplici smanettoni e possedete due device di cui uno mobile dotato di Google Android e l’altro con Microsoft Windows, avete trovato ciò che fa per voi. Stiamo parlando di BlueStacks, un simpatico software legato al mondo redmondiano che permette di eseguire le nostre applicazioni ed i giochi preferiti che sono installati sul nostro tablet PC, oppure sul nostro smartphone, direttamente sul computer di casa o dell’ufficio.

Ovviamente il vantaggio duplice è quello di poter utilizzare una tastiera ed un mouse fisico (che spesso sono preferiti al touch) e magari di vedere il tutto su un monitor di dimensioni più grandi.

Con BlueStacks, si virtualizza tutto il sistema operativo e si permette all’utente di utilizzare il proprio Android sul PC di casa, senza dovere utilizzare sistemi di dual booting o peggio di creare partizioni artificiali.

BlueStacks altro non è che una virtual machine che permette di eseguire sotto Windows, Android conservandoci l’utilizzo del nostro sistema operativo nativo in background.  Grazie al multitasking, infatti, il gioco è fatto con semplicità. Potremo utilizzare i due sistemi per trasferire informazioni, oppure per fare delle stampe immagini di software del sistema operativo, o ancora utilizzare il device stesso collegato utilizzando come driver audio per l’ascolto e video per la riproduzione di una videochiamata mobile attraverso Skype di Android. Quello che abbiamo notato però è che dall’applicativo, l’Android virtuale non riesce ad accedere all’App Store di Android e nemmeno al nuovo Amazon App Store.
Il software non è ancora disponibile per il download pubblico perché si aspettano le ultime approvazioni da Microsoft che sembra un po’ restia a darle, mentre c’è un forte appoggio di Intel e di AMD che sarebbero pronti ad accoglierlo.

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