Motorola, finalmente un pareggio di bilancio

Cari lettori, più volte ci siamo occupati dell’aspetto economico della telefonia mobile. Un periodo, questo, sicuramente non roseo per moltissime grandi aziende, seppur il settore sia in costante crescita, grazie soprattutto all’aumento della domanda da parte delle nuove economie come Cina, India e Est Europa. Insomma, una sorta di controtendenza dei dati economico-finanziari di diversi colossi colossi commerciali.

I motivi? Sarebbe abbastanza difficile e probabilmente anche noioso parlare del perchè gruppi commerciali cosi importanti vengono risucchiati nel turbine della recessione ma possiamo comunque basarci sulla superficie del problema, ovvero: aumento della concorrenza, abbassamento dei prezzi medi dei cellulari e, ovviamente, mancanza di rinnovamento da parte delle case produttrici. Proprio quest’ultimo aspetto potrebbe essere una delle cause più chiare dello scivolone di Motorola degli ultimi anni.

Motorola potrebbe cedere la propria divisione “Mobile”

Motorola ha recentemente dichiarato che nell’ottica della crescita delle quote di mercato, della ripresa della leadership nelll’indotto della telefonia, specie negli Stati Uniti, potrebbe decidere la separazione della divisione Mobile affinché ogni singola sezione possa meglio crescere e servire la clientela nella direzione più opportuna.

In realtà questo tipo di annunci ufficiali, possono significare solo una cosa: la divisione cellulari Motorola, non sta andando come prevedeva la società madre. Al tempo stesso dati ufficiali parlano di diversi milioni di dollari di perdite.

I nuovi prodotti sono risultati poco appetibili e le vendite non hanno raggiunto i livelli richiesti. Nel dettaglio i prodotti della casa americana, sono superati e spesso riescono ad essere quasi obsoleti nei confronti della più dinamica concorrenza.La linea Razr non ha attecchito tra la probabile clientela come fece in passato. La stessa linea Z è scarna di caratteristiche tecniche degne di nota e nemmeno lo Z10 in uscita tra poco saprà essere al passo con i suoi diretti concorrenti

Nel 2006 le quote di mercato si aggiravano infatti intorno al 23%, alla fine del 2007 erano stanziate attorno al 13%, mentre è notizia recente che le attuali quote siano intorno al 12%.