Il 2010 sarà l’anno dei micropagamenti con il cellulare

di Redazione 1

Se in giappone pagare il conto al bar o il giornale in edicola tramite il cellulare è una pratica diffusa da anni noi italiani – tra i maggiori utilizzatori del telefonini al mondo – siamo rimasti a guardare, ma finalmente le cose stanno per cambiare.

Sarà il 2010 l’anno del boom per i pagamenti mobili, perché solo a novembre è stata recepita la direttiva europea Payment Service, che li abilita. Adesso gli operatori stanno ultimando la fase di rodaggio” queste le parole di Carlo Maria Medaglia, il direttore di RfidLab, il laboratorio dell’università la Sapienza di Roma. L’unione Europea ha infatti innalzato a 150 euro (dai precedenti 15 euro) il limite per i pagamenti mobili che ora potranno essere gestiti anche dagli operatori telefonici e non solo dalle banche.

Dal 2010 quindi potremmo pagare i biglietti per i mezzi pubblici, per iniziare, fino ad arrivare ad acquisti di beni materiali in tutti i negozi. Il capostipite dei servizi di pagamento via cellulare nel nostro paese è Poste Mobile che permette di pagare bollette e fare transazioni bancarie ai correntisti di Bancoposta. Negli ultimi 18 mesi il volume generato da questo servizio è stato pari a 50 milioni di euro, mentre di recente i servizi cercano di spingersi oltre permettendo di poter pagare i parcheggi con un semplice sms, per ora solo in una trentina di città italiane.

A Milano è partita la sperimentazione per i pagamenti di prossimità: si avvicina il cellulare ad un apposito lettore e si potrà pagare il biglietto dei mezzi pubblici – scalando dal conto telefonico o dalla propria carta di credito – ma il servizio è ancora relegato a telefoni speciali come il Nokia 6126.

A Pesaro ci sono circa un centinaio di negozi che già adottano questo genere di servizio che con uno sticker speciale rende abilitato qualsiasi cellulare. Nella speranza che si trovi un sistema standard, senza limitazioni, non ci resta che sperare ancor più di prima di non dimenticare mai il cellulare da qualche parte.

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