Peek 9: un device senza fronzoli

di Redazione Commenta

In un periodo di crisi economica planetaria, negli Stati Uniti esce il successore del Peek Pronto, stiamo parlando del Peek 9: un telefono molto molto semplice ma che promette di gestire le e-mail alla grande (forse anche mettendosi in competizione con la meno economica RIM). Giusto, il pezzo forte di Peek 9? Il prezzo: 69.99 $ senza contratto (solo negli Stati Uniti).

Probabilmente in Europa, e quindi in Italia, non arriverà mai, ma sono convinto che questo device si meriti un pezzo di ioChiamo. Il Peek 9 è semplicissimo e con caratteristiche banalissime: non abbiamo touchscreen, non abbiamo un core potente o una RAM da netbook, non abbiamo accelerometro, non abbiamo nulla di quello che potrebbe far pensare ad uno smartphone di fascia alta. Quindi cosa mai avrà questo Peek 9? Semplice, una batteria da record (16 giorni in stand-by) ed una gestione delle e-mail ottimale, oltre ad una connettività modesta ma completa. Le caratteristiche tecniche ufficiali sono le seguenti:

  • dimensione display 2.5″ QVGA (320×240 pixel) e 65K colori
  • memoria flash di 8MB (forse espandibili)
  • connessione US GPRS (800, 1800 e 1900 MHz)
  • connessione dati GPRS
  • core del dispositivo: ARM7 104 MHz TI chipset OS – Peekux

Insomma nessuna caratteristica da top di gamma, ma praticamente fa tutto quello che fa un BlackBerry (a grandi linee) e sembrerebbe farlo bene. Inoltre il Peek 9 è disponibile in tre colorazioni e promette di gestire, appunto, alla grande le e-mail push, Facebook, Twitter ed i feed RSS; inoltre è sincronizzabile con Microsoft Outlook + Exchange (utilizzando ActiveSync). Ovviamente il device, essendo molto business-oriented, può gestire allegati Word e PDF. Ma non è finita, a quanto pare c’è anche la possibilità di installare delle Peek-App dedicate, insomma una sorta di PeekStore. Bè, che dire, almeno sulla carta Peek 9 mi entusiasma: con lui potrei fare quasi tutto quello che faccio con il mio BB (mettendo da parte le foto) e ad un prezzo assolutamente “cheap“, in tendenza con la linea “austerity” imposta dalla crisi economica mondiale.

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