Telecom, Wind e Vodafone ammesse alla gara frequenze Ipse, H3G con riserva

di Michele Baratelli Commenta

Sono Telecom Italia, Wind e Vodafone le tre società ammesse a partecipare alla gara per l’assegnazione delle frequenze Umts lasciate libere da Ipse e sono pronte a presentare l’offerta economica iniziale. È quanto ha annunciato ieri il ministero dello Sviluppo economico, dipartimento per le Comunicazioni spiegando che “è scaduto alle 12 il termine previsto dal bando di gara per l’assegnazione delle frequenze nella banda 2100 Mhz (frequenze Umts lasciate libere da Ipse) pubblicato sulla Gazzetta ufficiale 35 del 23 marzo 2009“.

Alla scadenza sono state presentate quattro domande di partecipazione, rispettivamente dalle società Telecom Italia, Wind, Vodafone ed H3G. “Dopo una verifica della documentazione le società Vodafone Omnitel N.V, Telecom Italia spa e Wind Telecomunicazioni spa sono state ammesse a partecipare alla procedura di gara ai sensi del paragrafo 4.7 del disciplinare di gara e invitate a presentare l’offerta economica iniziale entro il termine previsto nel suddetto disciplinare, quindi entro le ore 12 del 25 maggio 2009″.

La seduta pubblica per l’apertura dei plichi contenenti le offerte iniziali è fissata per il 26 maggio presso la sede di Viale America“, aggiunge il ministero. La società H3g spa è stata ammessa “con riserva ed invitata, ai sensi del paragrafo 4.6 del disciplinare, ad integrare la documentazione presentata in allegato alla domanda, a pena di esclusione“.

Qualora non venissero presentate offerte il cui valore minimo deve essere di 495 milioni di euro per ogni blocco di frequenze, si procederà ad una seconda fase e i soggetti ammessi alla procedura saranno invitati a presentare entro le ore 12 del 4 giugno 2009 un’ulteriore offerta con un importo minimo pari al valore di riserva stabilito in euro 88.781.500. Le offerte saranno aperte in seduta pubblica, fissata orientativamente per il giorno 9 giugno 2009.

Ricordiamo che nel 2006, dopo 5 anni, si concluse la vicenda di  Ipse 200, la società di telefonia mobile di terza generazione che non è mai entrata in attività nonostante il pesante esborso (3,2 miliardi di euro) sostenuto per l’acquisto della licenza. L’allora Ministro delle Comunicazioni, Mario Landolfi, nel 2006 formalizzò l’avvio del procedimento per la revoca delle licenze e delle frequenze in mano all’operatore.

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