UE chiude il procedimento contro l’Italia sul trasferimento delle chiamate al 112 ai servizi di emergenza

di Michele Baratelli Commenta

La Commissione europea ha posto fine all’azione giudiziaria intentata nei confronti dell’Italia dopo aver constatato che le chiamate al numero unico europeo di emergenza 112 possono effettivamente essere trasferite ai servizi nazionali di emergenza competenti. In numerosi Stati membri, tra cui l’Italia, i vari sistemi di risposta alle chiamate di emergenza (come polizia, ambulanze, pompieri) usano centralini distinti con numeri telefonici diversi.

Questi Stati membri hanno l’obbligo di garantire che le risposte e il trattamento delle chiamate al 112 siano efficaci quanto quelli delle chiamate agli altri numeri nazionali di emergenza. Non avendo la certezza che in Italia i centralini del servizio di emergenza a cui arrivano le chiamate al 112 fossero in grado di trasferire il chiamante ai centralini degli altri servizi di emergenza richiesti, nel settembre 2008 la Commissione aveva inviato una lettera di costituzione in mora in merito all’efficacia del trattamento e delle risposte riservati alle chiamate al numero unico 112 ( IP/08/1342 ).

In risposta all’indagine avviata dalla Commissione, le autorità italiane hanno dimostrato che la Polizia di Stato, che di regola risponde alle chiamate al 112, trasferisce effettivamente le chiamate ai competenti servizi di emergenza, come richiede la direttiva sul servizio universale. Il numero unico di emergenza per tutti i paesi dell’UE, il 112, è stato introdotto nel 1991 in aggiunta ai numeri nazionali di soccorso. Il 112 è ora operativo in tutti gli Stati membri dell’UE. Le disposizioni sul 112 sono state recentemente rafforzate nell’ambito della riforma del settore delle telecomunicazioni nell’Unione europea.

È sempre in corso un procedimento di infrazione contro l’Italia per la mancata disponibilità delle informazioni relative all’ubicazione del chiamante per le chiamate telefoniche mobili al 112. Il 15 gennaio 2009 la Corte di giustizia europea aveva statuito che l’Italia ha omesso di mettere a disposizione delle autorità responsabili dei servizi di soccorso le informazioni relative all’ubicazione del chiamante per tutte le chiamate telefoniche al 112. Dato che per le chiamate mobili al 112 continuano a non essere disponibili le informazioni relative all’ubicazione del chiamante, nel novembre del 2009 la Commissione ha inviato all’Italia un parere motivato (seconda fase del procedimento dopo la sentenza della Corte).

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