Cavi USB: caratteristiche, tipologie e applicazioni

di Gio Tuzzi Commenta

Sono molto più diffusi di quanto si immagini e si trovano in oggetti di uso comune come il caricatore del cellulare o il mouse: sono i cavi USB. Il loro nome, per esteso, è Universal Serial Bus e sono fondamentali per collegare tra loro diversi dispositivi: si pensi solo alla tastiera del PC, la stampante o il già citato mouse oppure ai cavi elettrici necessari per ricaricare uno smartphone ma anche un tablet o una videocamera, o ancora ai supporti audio e video nel campo multimediale. Sia che si debba interconnettere delle periferiche o fornire elettricità, l’uscita USB è sempre quella più diffusa, assieme ai fori per il jack.

cavi USB

Ormai si possono trovare cavi usb anche nei migliori siti di e-commerce come quello di RS Components realtà che, da oltre 80 anni si è imposta sul mercato vendendo prodotti e accessori elettrici ed elettronici. Acquistare online è un modo pratico e veloce che permette non solo di ordinare con un semplice click la componente di cui si ha bisogno, ma anche di leggere attentamente tutte le specifiche tecniche di cui ogni prodotto è corredato, così che si possa individuare la soluzione più adatta alle singole necessità.  Ciò è fondamentale anche perché non tutti i cavi USB sono identici e ce ne sono di diverse tipologie. Innanzitutto occorre ricordare che l’evoluzione di questo tipo di cavo ha conosciuto ben 3 differenti fasi, che corrispondono alla velocità di trasmissione: la prima ad uscire sul mercato non è più in commercio, mentre le ultime due sono altrettanto valide, seppure la terza risulti più evoluta e trasferisca i dati a diversi Gb al secondo.

I connettori stessi hanno uscite differenti: la standard, o di tipo A, ha la classica forma piatta e rettangolare che va a combaciare con le porte USB del computer o di dispositivi quali le console di gioco. Il cavo USB di tipo B, invece, ha un’imboccatura decisamente più piccola e larga, spesso coadiuvata da pin che devono connettersi a uscite di videocamere o fotocamere (specie quelle di vecchia generazione). Infine, il C è l’ultima frontiera di questa tipologia di cavetto, che è bidirezionale e non lascia neanche adito ad errori di collegamento, grazie alla conformazione identica di entrambe le estremità.

Ognuno di questi cavi, poi, ha i propri corrispondenti in versioni più piccole o più grandi a seconda dell’uso e del dispositivo che si debba collegare. Un cavo con uscita USB da un lato e RS-232 dall’altro, può ad esempio collegare uno schermo a un PC; uno con estremità HDMI si troverà, invece, in un supporto video come la televisione, così come il VGA.

Uno dei grossi vantaggi dei cavi USB è, ad esempio, il cosiddetto plug and play: affinché i dati vengano trasferiti, il cellulare caricato o il dispositivo riconosciuto dal computer principale, non occorre alcun tipo di software o intervento manuale. Le operazioni avvengono automaticamente non appena i dispositivi vengono interconnessi tra loro.

I materiali di cui è costituito l’esterno di un cavo USB sono soprattutto plastica e gomma, ma in alcuni casi si impiega il metallo perché il prodotto risulti più robusto, ad esempio laddove debba essere usato all’esterno o su macchinari ove le vibrazioni e il movimento siano piuttosto intensi. In ogni caso, tutti i cavi USB devono essere conformi alla normativa comunitaria RoHS, ovvero Restriction of Hazardous Substances Directive, che limita l’impiego di sostanze potenzialmente dannose, come piombo o mercurio, nelle componenti elettroniche.

Allo stesso modo, dovranno rispondere alla protezione standardizzata IP (International Protection) che rende questi dispositivi resistenti a polvere e umidità. Normalmente, la più diffusa è la IP68, laddove il 6 è il più alto grado di schermatura alla polvere e l’8 indica che il cavo può funzionare anche dopo la completa immersione in acqua.

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