I rischi per la privacy aumentano su Facebook

di Redazione Commenta

Molteplici sono le bufale che si trovano on-line soprattutto da quando è aumentato a dismisura l’utilizzo di Facebook. Queste bufale possono essere dannose non tanto per le difficoltà tecniche che possono venire a creare ma soprattutto per il valore della privacy.
Il problema diventa maggiore quando l’applicazione viene salvata in locale su dispositivi mobili tipo iPhone e BlackBerry con una connessione Internet costante in metodo di scambio di dati. C’è comunque da dire che non tutte le applicazioni sono programmate in modo da utilizzare un worm ed entrare nella memoria locale.
Noi ne abbiamo esaminata qualcuna come tanti network on-line (vedi ad esempio Catepol che sta curando una rubrica intitolata “le bufale su Facebook: non cascateci!!!” e riportiamo di seguito qualche caso sporadico ed i metodi per evitare di cadere nella trappola degli “agguantatori” di dati personali.
In primis abbiamo analizzato l’applicazione “Messenger” che si presenta all’utente più o meno così:

“XXX checked h is/her message s. You have 2 new message(s). Please CLICK HERE to see your message(s)!”

E’ vivamente sconsgliato cliccare dove indicato perchè si tratta di un’applicazione morbe, cioè che non porta ad alcuno sviluppo se non quello dell’appropriazione indebita da parte degli sviluppatori dei dati personali.

Il problema, sorge qual’ora sia già stato installato il pacchetto dell’applicazione, ma non è un dramma tornare indietro.
Come prima cosa bisogna andare nella propria casella di posta e selezionare “Notifiche”. Accanto a queste ci sarà l’applicazione Messenger con un segno di spunta X accanto. Basta cliccare sulla X per eliminare l’applicazione, ma molti report segnalano (per evitare problemi al prossimo) di cliccare anche su “Segnala come SPAM”.
A tal punto, dalla home page, basterà cliccare su “Applicazioni” in basso a sinistra per verificare l’effettiva rimozione dell’applicativo.
Questa procedura funziona per molte delle Apps “carogna” installate su Facebook, ed anche se gli sviluppatori continuano a certificare le proprie applicazioni testate, c’è sempre qualcuna che si intrufola.
Nei prossimi post, oltre alle applicazioni, vedremo come riconoscere i gruppi “bufala” su Facebook per evitare accuratamente l’iscrizione agli stessi.

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