Bic Phone: 100 mila pezzi venduti in quattro mesi

di Silvio Spina Commenta

Nell’estate di quest’anno abbiamo voluto dedicare un articolo ad un terminale che, proprio nel mese di agosto, ha debuttato sul mercato francese. Stiamo parlando del Bic Phone, dispositivo mobile “usa e getta” realizzato dalla nota azienda produttrice di accendini, rasoi e penne, che ha deciso cosi di esordire nel settore telefonico. L’estate 2008 non è stata certo tranquilla in termini di uscite e l’iPhone di Apple è soltanto un nome tra le decine di prodotti che hanno reso ancora più calda la stagione commerciale. Proprio per questo motivo prodotti come il Bic Phone sono stati quasi ignorati, a parte l’annuncio sulla sua uscita, una vera novità per il mercato europeo.

Ora che l’anno sta per concludersi e tutto il polverone alzato dai grandi smartphones va via via diradandosi, il Bic Phone fa nuovamente la sua comparsa nelle prime pagine della stampa di settore e non solo. Il motivo? L’enorme successo ottenuto tra l’utenza oltralpe, sicuramente superiore ad ogni aspettativa più rosea. Ricordiamo, per chi ancora non lo sapesse, che si tratta di un candybar dotato solamente delle funzionalità essenziali e classiche di un cellulare, ovvero telefonate e sms.

Il prezzo del telefonino è 49 euro, commercializzato in esclusiva da Orange, completo di 60 minuti di telefonate da utilizzare in 60 giorni e già carico all’acquisto. In quattro mesi i Bic Phone venduti sono stati ben 100 mila. Un successo che, ovviamente, è strettamente legato alla semplicità di utilizzo ma anche alla sua facile reperibilità: il device, infatti, viene commercializzato nelle tabaccherie, nelle edicole, nelle stazioni e in altri luoghi pubblici che potremo definire “strategici”.

I numeri del Bic Phone sono il segno tangibile dell’estrema eterogeneità dell’utenza, non attratta esclusivamente da prodotti multiaccessoriati come gli smartphones odierni. La fama crescente del Bic Phone ha spinto l’azienda a studiare delle mosse per la distribuzione del terminale “usa e getta” anche in altri paesi. Vedremo se anche l’Italia potrà accogliere il device nei prossimi mesi.

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