Il cellulare PosteMobile va a ruba

di Redazione Commenta


Un paio di mesi fa abbiamo avuto modo di parlarvi di un’interessante iniziativa del Gruppo Poste Italiane: un cellulare a meno di 23 euro. Il cellulare in questione, il PM1001 marchiato PosteMobile, è finalmente arrivato negli uffici postali ma nemmeno il tempo di informare la propria clientela della disponibilità che il cellulare è letteralmente andato a ruba. Diecimila sono stati i modelli distribuiti capillarmente in Italia ed in meno di una settimana sono stati venduti tutti. Ora si aspetta la seconda fornitura.Il cellulare in questione si tratta di un modello entry-level ma che mantiene comunque caratteristiche più che decorose, prima tra tutte un’autonomia in conversazione in grado di raggiungere le 7 ore, una cifra ragguardevole persino se paragonata a cellulari che costano 20 volte tanto. E a proposito di prezzi, il vero punto di forza del PM1001 è sicuramente il prezzo: 22,90 euro.

Ma il prezzo estremamente contenuto non è l’unico motivo del successo registrato dal cellulare di Poste Mobile. In primis troviamo un brand in grado di raggiungere la quasi totalità degli italiani con un servizio utilizzato dalla gran parte della popolazione, quello degli uffici postali che, come avremo sicuramente notato tutti, sono sempre tappezzati di cartelloni pubblicitari su nuovi servizi o prodotti (oltre che presentare un numero importante di brochure piazzate strategiamente in ogni spazio vuoto).

Altro motivo del successo di questo terminale è stata l’offerta sulla portabilità del numero. Poste Italiane, infatti, ha deciso di premiare (fino al 30 giugno 2010) chi acquista questo cellulare ed al contempo passa dal vecchio gestore telefonico a PosteMobile con un bonus di traffico pari al valore del cellulare, che sarà accreditato entro il giorno 15 del mese successivo. L’offerta vale anche per chi decide di acquistare il modello “Plus” che per soli 29 euro include la radio FM ed auricolare. In questo caso, però, l’importo accreditato come forma di bonus chiamate resta comunque fissato a 23 euro.

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