Nuove tariffe, lo scatto alla risposta si paga anticipato!

di Redazione Commenta

Carissimi amici appassionati di tecnologia mobile, purtroppo ci tocca anche oggi parlare della “mazzata finale” che gli operatori del nostro paese sembrano volerci rifilare con i loro “ritocchi” alle tariffe, già trattati in questo nostro precedente articolo, e nell’occhio del ciclone da ormai diverse settimane, tanto da scatenare organizzazioni come Adiconsum, che agiscono in difesa dei consumatori, e far rivolgere queste ultime all’Authority di competenza.

Nelle accuse mosse nei confronti della rimodulazione tariffe Vodafone e Tim, vi è anche un occhio di riguardo al fatidico scatto alla risposta, anch’esso soggetto a sospetti aumenti. Secondo le varie associazioni dei consumatori, infatti, i due giganti della comunicazione avrebbero fatto una sorta di accordo affinchè gli aumenti fossero (quasi) uguali per entrambi.


Effettivamente, basta dare uno sguardo veloce ai nuovi piani tariffari per accorgersi che qualcosa non va: mentre TIM chiede 5 cent/min in più sul servizio, Vodafone distribuisce il medesimo aumento, in parte sullo scatto alla risposta ed in parte sulla durata della comunicazione. E non è finita qui: Adiconsum ha infatti evidenziato che lo scatto alla risposta si paga anticipato, ed è quindi sufficiente un singolo secondo di comunicazione per dover pagare anche gli altri 29.

Insomma, ci troviamo in una situazione nella quale sembra proprio che lo scatto alla risposta serva come “premio” al disservizio delle cadute di linea, che se prima erano frequenti, adesso sono una spiacevolissima costante, che accompagna ogni utente nel corso di quasi tutte le chiamate.

Certo, a primo acchito, i pochi centesimi di aumento di cui parliamo possono sembrare poca cosa, ma basta fare un semplicissimo bilancio mensile per capire quanto ciò sia falso: nell’arco dei mesi, la somma di tutti i vari aumenti arriva a toccare decine e decine di euro, per ciascuna persona.

A questo punto, non ci rimane che attendere le nuove mosse di tutti i “giocatori” in campo: Tim, Vodafone, Authority e associazioni dei consumatori. Chi la spunterà? Per scaramanzia non lo diciamo, ma qualche sospetto, ahinoi, l’abbiamo già.

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