Vodafone e Digital Divide: seconda tappa rispettata

di Michele Baratelli Commenta

Vodafone rispetta gli impegni presi per ridurre il digital divide nel nostro paese: una società fortemente orientata verso i servizi telematici non può permettersi di escludere alcuni cittadini dai cambiamenti in corso. Dopo Olevano sul Tusciano, Vodafone è arrivata in Sardegna per la seconda tappa del suo progetto al fine di contribuire alla riduzione in Italia del digital divide. Nurri è il primo comune della Sardegna senza connessione veloce a Internet dove Vodafone ha portato la banda larga mobile fino a 7.2 megabit al secondo in download, permessa dalla tecnologia HSDPA.

Il progetto di Vodafone Italia, di cui Venerdì si è ufficializzata la seconda tappa, ricordiamo che è stato annunciato a novembre al Sottosegretario alle Comunicazioni, Paolo Romani, e vede l’azienda impegnata a coprire nel 2009, ogni mese in una regione diversa, un comune in digital divide.

Vodafone Italia conferma così l’impegno a promuovere la diffusione della banda larga mobile nel Paese e ad assicurare ai propri clienti i migliori servizi disponibili. Lo sviluppo tecnologico presentato Venerdì è una dimostrazione delle concrete possibilità offerte dalla telefonia mobile di terza, e presto di quarta generazione, per affiancare con efficacia ed efficienza i servizi di rete fissa nel portare banda larga nelle zone del nostro Paese che ne sono sprovviste.

È utile ricordare che in Italia l’8% della popolazione non ha accesso ad una connessione veloce ad internet e il nostro Paese è al quattordicesimo posto nella classifica riguardante l’accesso al web tra i 19 paesi OCSE ed ha appena 147 utenti di banda larga ogni mille abitanti.

L’Amministratore Delegato di Vodafone Italia, Paolo Bertoluzzo ha dichiarato che l’obiettivo di Vodafone èdare un concreto contributo a ridurre il divario digitale utilizzando le potenzialità offerte dalle infrastrutture di accesso radio e dalle tecnologie esistenti. Con un investimento stimabile in meno di 500 milioni di euro in tre anni per gli operatori mobili sarebbe possibile ridurre all’1% la popolazione italiana non raggiunta dalla banda larga“.

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