Wind condannata per gli spot ingannevoli di “Solo Infostrada”

di Silvio Spina 1

Di certo non dovremmo gioire delle notizie sulle condanne verso gli operatori mobili: questo, infatti, è una sorta di termometro della “salute” della situazione commerciale in Italia e non solo, e del rapporto non certo di correttezza e trasparenza che purtroppo molto spesso si instaura tra utenti e compagnie telefoniche. Anche la pubblicità ingannevole fa parte di quei reati maggiormente puniti dall’Autorità garante per le telecomunicazioni verso gli operatori: un atto che ha portato ad una condanna, in questi giorni, contro Wind. La vicenda riguarda, però, un fatto avvenuto diverso tempo fa’, precisamente nel 2001.

L’allora Infostrada, volendo cavalcare l’onda dell’entusiasmo per la caduta – ma ancora solo teorica – del monopolio detenuto da Telecom Italia nella telefonia fissa, aveva lanciato una massiccia campagna pubblicitaria volta alla ricerca di nuovi utenti, affermando negli spot che tutti coloro che avessero attivato l’offerta “Solo Infostrada” non avrebbero pagato il canone.

Com’è facile intuire, migliaia di persone avevano aderito all’iniziativa, che si rivelò, però, una colossale presa in giro: gli utenti si vedevano arrivare comunque le bollette Telecom, pur essendo diventati clienti Infostrada. Il Movimento Consumatori si fece portavoce del malcontento dei cittadini truffati (perché di truffa si tratta) e oggi, dopo diversi anni, la Corte d’Appello di Torino ha dato ragione all’associazione, condannando l’operatore Wind a risarcire ben 150 mila utenti, per un mega rimborso di 50 milioni di euro totali.

Il problema, però, è che la sentenza appare quasi una sorta di azione simbolica nei confronti della compagnia: non c’è, infatti, un ordine preciso, una costrizione di risarcimento, bensì la Corte ha specificato che i 150 mila utenti hanno diritto al rimborso. Un cavillo, questo, che potrebbe forse rendere più difficoltoso il rimborso per tantissimi utenti: Wind ha già dichiarato che sono soltanto una decina le persone aventi diritto a tale risarcimento. La vicenda, a quanto pare, non è finita qui.

Commenti (1)

  1. sicuramente una cosa dal genere è da punire!

    unico problema… siamo nel 2009!

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