Galaxy S4, Samsung ha trovato un trucco per ingannare i benchmark?

di Redazione Commenta

Nel corso delle ultime ore c’è stato qualche tumulto in casa Samsung. In rete, infatti, hanno cominciato a circolare diverse notizie inerenti la possibilità che la sudcoreana potesse aver falsato la velocità della GPU presente nel Samsung Galaxy S4 per migliorare i risultati che arrivano dai benchmark al fine di rendere il terminale in questione più perforante nei test.

A riportarle per primo la notizia è stato il sito web AnandTech, specializzato nelle analisi tecniche, supportando la testi in questione con svariate tabelle ed indicazioni.

L’analisi, nel dettaglio, è stata effettuata sul Samsung Galaxy S4 internazionale con soluzione Exynos 5 Octa. Stando a quanto emerso sembrerebbe che la sudcoreana abbia utilizzato un trucchetto a livello software.

Quello eseguito nel terminale sarebbe in grado di rilevare l’avvio di un software per i test di velocità e di sbloccare automaticamente nella GPU un core PowerVR SGX544MP3 che affianca il processore. Lo sblocco pare permetta di arrivare a velocità non disponibili nell’uso comune del dispositivo.

AnandTech ha anche fatto notare che utilizzando alcune suite, come ad esempio, GLBenchmark 2.5.1, AnTuTu e Quadrant, il top di gamma della sudcoreana mostra velocità di clock della GPU decisamente elevate portando la CPP a pieno regime.

Trattasi dunque, a detta di AnandTech, di una tecnica che spesso i produttori hardware sfruttando per rendere in apparenza migliori i propri dispositivi.

AnandTech ha dunque invitato Samsung ad aprire tali settaggi a tutte le applicazioni e a tutti gli utenti mediante un sistema controllato ed accessibile che sblocchi la frequenza di 532 MHz della GPU.

La risposta di Samsung, però, non è tardata ad arrivare. Mediante un’apposita dichiarazione ufficiale l’azienda ha affermato di essere innocente, di non utilizzare di proposito uno specifico tool per ottenere più punteggi nei benchmark e che in condizioni normali il Galaxy S4 opera sino a 533 MHz alle sue migliori performance.

Via | Ars Technica

 

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