
Gli smartphone hanno registrato negli anni una costante espansione del campo di impiego trasformandosi da cellulari evoluti in dispositivi polivalenti con applicazioni che spaziano dalla produttività aziendale al cloud computing, dalla gestione documentale al gioco. Di pari passo con l’aumento delle funzione è cresciuta l’esigenza di disporre di hardware potente e facilmente espandibile seguendo una tendenza già vista nel mondo dei personal computer. Una suggestiva risposta a questa fame di potenza di calcolo è stata presentata da Adapteva, un piccola startup del Massachusetts che impiega in modo stabile solo 5 dipendenti ma che allo stesso tempo si è ritagliata la buona reputazione di avanguardia tecnologica.
Adapteva ha svelato il nuovo Epiphany IV, un chip evoluto a 64 core che ha il potenziale per far fare un balzo prestazionale notevole a smartphone e tablet PC. Epiphany si configura come coprocessore per l’unità di calcolo principale; il CEO di Adapteva Andreas Olofsson spiega che Epiphany non costituisce una alternativa ai processori Intel o ARM ma si propone di affiancarli. La soluzione ideale secondo Olofsson sarebbe quella di integrare il chip Epiphany in un sistema SOC (system-on-chip).

