Apple rifiuta applicazioni nel suo App Store

di Silvio Spina Commenta

Cari lettori, chi ci segue quotidianamente sa bene che noi di IoChiamo non abbiamo mai nascosto la nostra “prudenza” sull’iPhone 3G, in particolare sulle sue specifiche tecniche in rapporto al suo costo d’acquisto. Un prezzo decisamente alto, per alcuni aspetti ingiustificato, anche se è anche vero che la Apple riesce spesso nella realizzazione di prodotti che diventano dei veri e propri cult (vedi lo stesso iPhone o l’iPod), grazie ad un ottimo lavoro nel design ma anche in alcuni aspetti tecnici (come l’interfaccia grafica).

A parte questo, però, la casa di Cupertino spesso fa parlare di sé per alcune decisioni abbastanza discutibili e anni luce lontane da quello di un’azienda aperta allo sviluppo. L’ultima in ordine di tempo riguarda alcune applicazioni per cui il gruppo californiano ha impedito l’ingresso sull’App Store. Una di queste prende il nome di Podcaster, che consente di scaricare i podcast attraverso le reti Wireless.


Una funzione considerata inutile da Apple, poiché il software iTunes ha già la possibilità di fare questo. In realtà Podcaster risulta molto più diretto ed efficace rispetto al programma di Apple, e questo rende ancora più incomprensibile il rifiuto dell’azienda. Lo sviluppatore del software, Alex Sokirynsky, ha mal digerito la decisione del gruppo commerciale, arrivata subito dopo altri rifiuti di Apple per altre applicazioni, come MailWrangler o NetShare.

Insomma, sembra proprio che la casa produttrice voglia chiudersi in sé stessa, limitando i programmi dell’App Store ma ponendo, in tal modo, un freno al maggiore sviluppo del melafonino alla crescita delle potenzialità dell’iPhone 3G e dell’iPod Touch.

Intanto Sokirynsky ha già fatto sapere che nei prossimi mesi collaborerà con il nuovo progetto Android, il sistema open source che ha fatto qualche giorno fa la sua prima apparizione ufficiale, con la presentazione del G-1. Una decisione, quella di Sokirynsky, che potrebbe essere seguita da altri sviluppatori, interessati ad una piattaforma più libera è maggiormente incentrata allo sviluppo, senza troppi vincoli di sorta. Vedremo come si evolverà la vicenda nei prossimi mesi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>