GreenHeart, il cellulare ecologico di Sony Ericsson

di Redazione 1

Anche se allo stato attuale – visti i materiali utilizzati – non sembrerebbe, tecnologia ed ambiente possono, anzi, devono andare a braccetto. Questa è anche l’opinione del colosso nippo-svedese della tecnologia mobile Sony-Ericsson, pronto a sfidare il mondo con la creazione di un nuovo, rivoluzionare cellulare ecologico: GreenHeart.

Certo, non si potrà definire “cool” come l’onnipresente iPhone, non avrà un sistema operativo innovativo come Google Android, probabilmente non sarà economico come i prodotti della gamma meno avanzata di casa Nokia, ma inquinerà sicuramente meno delle sole confezioni che contengono i gioiellini mobili appena menzionati.


La parola d’ordine nella progettazione e nella creazione di GreenHeart è, senza ombra di dubbio, biodegradabilità. Questo dispositivo – attualmente in fase di prototipo – è infatti caratterizzato da una scocca realizzata in bio-plastica ed una tastiera composta da materiali riciclati e riciclabili.

Una vera rivoluzione che, nelle intenzioni della casa produttrice, dovrà spingere anche altri colossi del settore tecnologico a dirigersi verso la produzione di dispositivi amici dell’ambiente. In fondo, chissà, l’utilizzo di materiali riciclati potrebbe anche favorire un abbassamento generale dei prezzi, cosa assai gradita da qualsiasi utente, e quindi fautrice di un incremento delle vendite.

Da sottolineare nel Sony-Ericsson GreenHeart, ci sono anche: un caricabatteria con 3.5mW di energia in standby (in grado di far risparmiare soldi sulla bolletta elettrica e sul livello di inquinamento), una confezione realizzata in cartone riciclato (di ridottissime dimensioni), ed un libretto di istruzioni fornito esclusivamente in formato elettronico html (quindi non si sprecherà nemmeno la carta per stampare quest’ultimo).

Non c’è che dire, siamo di fronte ad un prodotto da tenere sicuramente d’occhio: un cellulare che rispetta l’ambiente e si decompone autonomamente non è certo cosa che si vede ogni giorno. Una “musica” che, come la casa produttrice di quest’ultimo, speriamo anche noi possa repentinamente cambiare nel corso di pochi anni.

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