I cellulari ecologici? Ancora un miraggio

di Redazione Commenta

Barack Obama, Presidente eletto degli USA, ne è fermamente convinto: il mondo deve cambiare e deve farlo grazie all’ausilio di tecnologie che rispettino l’ambiente. Su ciò, più o meno, siamo tutti d’accordo, ma il mondo della telefonia mobile come ha risposto a questo importante appello? A quanto pare, in nessun modo: stando a quanto emerso da uno studio effettuato da ABI Research (leader mondiale nel settore delle ricerche di mercato relative alle nuove tecnologie), infatti, le più importanti aziende del settore sarebbero troppo impegnate a far soldi per pensare anche allo sviluppo di dispositivi “verdi” che riescano a mantenere dei prezzi di vendita al pubblico accettabili.

Certo, aziende come Nokia e Sony Ericcson hanno mosso qualche piccolo passo in questo senso, ma siamo ben lontani dall’assistere ad una vera e propria “invasione” di cellulari composti da materiali biodegradabili, riciclati e/o riciclabili.

Non parliamo poi dell’inclinazione dell’utente medio verso la pratica del riciclo dei cellulari: ogni anno, solo il 5% dei dispositivi mobili immessi globalmente sul mercato viene portato in quei punti di raccolta utili a farli diventare poi delle nuove creazioni. Creazioni riciclate, che mettono in moto un meccanismo virtuoso grazie al quale è possibile inquinare pochissimo pur producendo molto.

Insomma, volendo fare un rozzo riassunto della situazione, potremmo tranquillamente dire che la maggior parte degli utenti segue il cattivo esempio delle aziende leader del settore mobile, per le quali produrre dispositivi che rispettano l’ambiente equivale a perdere tempo prezioso nonché notevoli somme di danaro.

Un quadro decisamente poco confortante che, al contrario di quanto sta accadendo per il settore automobilistico (in crisi per noti motivi, ma decisamente più attivo nel campo dell’ecologia) , non lascia adito a troppe speranze per tutti coloro che sostengono le nuove tecnologie “verdi. Ad ogni modo, sono ormai in moltissimi a credere che la situazione cambierà drasticamente nel giro di poco tempo, non per buona volontà dei colossi del mondo elettronico ma per pura necessità.

Speriamo vivamente non si debba arrivare davvero fino a questo punto, in fondo basterebbe qualche “incentivo” da parte degli Stati per capovolgere celermente la tendenza di questi dati.

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