Motorola: bufera sul divieto di installare ROM nel Milestone

di Silvio Spina Commenta

Motorola è senza dubbio una delle aziende storiche della telefonia mobile, che ha contribuito a diffondere e rinnovare il settore, con dispositivi e concept davvero interessanti. Negli ultimi anni, però, l’azienda ha perso terreno, trovandosi talmente “vecchia” e incapace di rinnovarsi rispetto ai competitors, da far pensare ad una fine ingloriosa per il gruppo. Le nuove scelte commerciali, l’adozione di Android e il suo impegno nel mercato dei terminali touchscreen, contenendo i costi e le spese inutili, nonché puntando molto sui mercati emergenti, ha reso l’azienda più forte e gli ultimi risultati commerciali sono una conferma della piccola ripresa del gruppo.

Il Milestone potrebbe essere considerato il modello della rinascita di Motorola, anche se l’azienda potrebbe, come si dice in gergo, “darsi la zappa sui piedi”, a guardare le ultime vicende legate all’ottimo terminale. Ancora una volta Facebook diventa un luogo virtuale su cui incanalare la protesta di tantissimi utenti e acquirenti del terminale sopraccitato. Il motivo? Troppi difetti o malfunzionamenti? No, niente di tutto questo.

Non tutti sanno che uno dei vantaggi di Android rispetto ad altre piattaforme è la possibilità di personalizzare al meglio il device e le sue funzionalità attraverso delle ROM realizzate ad hoc, in modo tale da venire incontro alle esigenze più disparate e realizzare un vero e proprio sistema operativo “full customized”. Il problema è nato da un comunicato rilasciato proprio da Motorola in cui venivano informati gli utenti che l’utilizzo di ROM “esterne” saranno una vera e propria violazione del copyright, con la conseguente perdita della garanzia.

La decisione di porre dei limiti alla personalizzazione del sistema Android sul Milestone ha sollevato critiche e rabbia da parte degli utenti che hanno deciso di acquistare il terminale: alcuni hanno addirittura minacciato di vendere il prodotto e passare ad un altro marchio, altri vorrebbero agire anche per vie legali, difendendo la filosofia open source e tutto ciò che ruota intorno ad essa. Una mossa, questa, che potrebbe mettere Motorola in seria difficoltà, proprio nel momento in cui c’erano i primi segnali di ripresa.

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