SMS: evoluzione o deturpamento del linguaggio?

di Redazione 1

Che ne penserebbe Dante del “nuovo” italiano?

Questioni di spazio: tutta colpa di quei miseri 160 caratteri a disposizione per ogni messaggio. Questa la motivazione ufficiale della nascita dell’italiano 2.0, quello che ogni giorno viaggia in milioni di messaggi brevi inviati tramite i telefoni cellulari (o via internet), i celeberrimi SMS (acronimo di Short Message Service, “Servizio per i Messaggi Brevi” in italiano).

L’italiano utilizzato negli SMS è quello che vede amputate gran parte delle vocali, insieme ai “colleghi” accenti, i poveri punti e le virgole “operaie”. Per farla breve, si tratta di un italiano che tende a racchiudere in 2, massimo 4 lettere ciascuna parola, e mescolare con il resto (quando anche impossibile agli occhi dei comuni mortali) qualche parola inglese, purché sia più breve della sua controparte nostrana (non disdegnando ovviamente la sostituzione dei numeri scritti come parole con vere cifre, ma quello rientra quasi nella normalità). Quindi, tanto per fare un esempio, una frase come “perché non ti trovi una ragazza?” diventa magicamente “xke nn t trovi 1 girl?” e così via.

Quasi inutile dire che sono molte le persone che, senza voler sentire alcuna “arringa difensiva”, ritengono il linguaggio degli SMS un qualcosa da vietare e far sparire quanto prima dalla testa dei giovani, ma non manca una corrente di pensiero che vede invece l’italiano 2.0 come una naturale evoluzione del nostro idioma, come accaduto negli anni anche con lo slang americano (anche se per alcuni il paragone pare troppo azzardato). Ed è a questo punto che il bivio inizia a farsi intravedere davanti a noi: gli SMS hanno portato ad un’evoluzione o un deturpamento del linguaggio?


oltre 40.000 bocciati al concorso per magistrati

Non depongono certamente a favore del “nuovo” italiano i dati, risalenti a qualche mese fa, che vedevano bocciate oltre 40.000 persone in un concorso per magistrati, proprio a causa di errori (forse meglio definirli “orrori”) relativi all’italiano e la sua trasposizione su carta, quella che non lascia mai dubbi sul livello di preparazione di chi l’ha prodotta. Quasi inutile sottolineare che molti di questi ultimi erano da attribuirsi all’utilizzo di forme abbreviate (“x” al posto di “per”, e via discorrendo), non accentate, o deturpate in altro modo, di parole che negli SMS vengono sempre strapazzate in modi quasi inimmaginabili.

Ed il mondo di internet, di fronte a tutto ciò come si comporta? In un modo che per molti risulterà inaspettato. Sono infatti numerose le iniziative e gli inviti rivolti ai lettori di siti web e blog a non utilizzare un linguaggio da SMS nei commenti, talvolta per una questione di principio (come accennavamo poco fa), talvolta con lo scopo pratico di facilitare la comunicazione tra persone ormai esperte dell’italiano 2.0 e coloro che utilizzano il cellulare solo per fare delle telefonate (quei tremendi rivoluzionari!).

Uno dei tanti banner anti-sms che si trovano sul web

Ed allora qual è la verità? Gli SMS hanno portato ad un’evoluzione o un deturpamento del linguaggio? Forse nessuna delle due cose, forse l’ignoranza relativa all’italiano scritto ha semplicemente cambiato modo di manifestarsi, aiutato dall’abitudine tecnologica. In fondo, riflettendoci bene, qualora gli SMS venissero sostituiti da una nuova forma di comunicazione testuale senza limitazioni, quindi senza la necessità di utilizzare le abbreviazioni, avremmo davvero una generazioni di ragazzi con una perfetta padronanza dell’italiano?

La questione è molto lunga da affrontare, e probabilmente solo il succedersi degli eventi potrà aiutarci a capire meglio la situazione del nostro idioma. Forse la soluzione migliore, per ora, è quella più semplice: rinforzare le proprie basi grammaticali, utilizzare le abbreviazioni negli SMS e mettere da parte (chiuso ben bene a chiave) l’italiano 2.0 quando si tratta di scrivere qualcosa di senso compiuto su un pezzo di carta (reale o virtuale che sia).

Commenti (1)

  1. MI PIACE SCRVR CN L’ITALIANO 2.0 😉

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