Gli oggetti “scomparsi” per colpa del cellulare

di Redazione 12

Una recente pubblicità recita: “E’ la prima cosa che vediamo quando ci svegliamo, l’ultima quando andiamo a dormire” e si riferisce al nostro telefonino. Se ci pensiamo un solo secondo è vero. La mattina è lui che ci da il “buongiorno”, compito che una volta era riservato alla sveglia, che sembra destinata a scomparire da quando ci sono loro, i cellulari. Ma quanti oggetti sono a rischio di “estinzione” da quando i nostri dispositivi mobili hanno iniziato a far parte insostituibile del nostro quotidiano? La sveglia è solo un esempio. Il vecchio (fastidioso) rumore del “beep beep” mattutino sta via via lasciando il posto ai nostri MP3 preferiti.

La prima icona ad aver subito un calo drastico di notorietà è stata sicuramente la cabina telefonica. Quanti di voi la usano ancora? Di certo quasi nessuno: infatti se prima le cabine erano parte integrante della “flora urbana”, oramai sono sempre meno e ci serviamo di loro solo in casi davvero urgenti, magari quando abbiamo la batteria scarica.

Ma qua entra in gioco un’altra celebre “defunta”: la vecchia rubrica telefonica da tasca. Oggi giorno siamo abituati ad averla integrata nel dispositivo, a volte accompagnata da fotografie, facile da aggiornare e magari sincronizzata con il nostro computer (mi raccomando, fatelo un backup ogni tanto, non si sa mai!). Cosa succede se abbiamo il cellulare scarico e dobbiamo fare una chiamata da una cabina? Siamo fregati! Tutta la nostra rubrica sta proprio dentro il nostro cellulare addormentato. Alzi la mano a chi non è successo almeno una volta.

Il telefono fisso ha rischiato di fare la stessa fine della vecchia cabina, se non fosse per i convenienti piani internet+chiamate di molte compagnie telefoniche, che hanno evitato un’estinzione che sembrava quasi scontata dopo l’avvento dei nostri chiacchieroni compagni da taschino.

Se pensate che siano solo queste le vittime dei telefonini, vi faremo presto ricredere… Ci sono molti oggetti che un tempo davamo per scontati e che ora non usiamo più.

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